La Casa di Cura Pierangeli è una struttura sanitaria storica di Pescara, un punto di riferimento per medici e cittadini. Con un'esperienza secolare, si impegna quotidianamente a garantire la qualità dei servizi offerti, considerando il paziente come un ospite, ed in quanto tale, in diritto di chiedere e ricevere il meglio.


Per la struttura sanitaria mi sono occupata di coordinare la realizzazione del video di presentazione, la brand identity e l'alberatura aziendale. La modulistica è stata studiata pensando ad una palette principale ed un design system, pensata per la stampa sia a colori che in bianco e nero. 

Il lavoro di comunicazione che ho coordinato ha toccato diversi touchpoint: in particolare i Social Media hanno registrato una crescita di +13K followers in 8 mesi. Dopo un'indagine strategica sono stati individuati stream di comunicazione sanitaria e para sanitaria come lo sport, l'alimentazione e la storia del personale assunto e ospite della struttura. 
Lo stesso lavoro sui Social Media è stato realizzato per la Casa di Cura gemella: la Casa di Cura Spatocco. 

La storia di Alessandra
" Il percorso lavorativo in oncologia mi ha cambiato tantissimo, insegnandomi anche a gestire una mia situazione personale molto delicata. La mia primogenita, Benedetta, soffre di una malattia autoimmunitaria resistente ai farmaci in commercio.
[...]
Lavorare era il mio modo per sentirmi una persona migliore, una persona normale. Non ho mai chiesto un giorno di permesso: facevo le notti per ottenere i giorni di riposo ed andare a Roma ad assistere Benedetta. Ho vissuto nella paura di non vedere mia figlia fare un passo di danza, paura che ad oggi è un ricordo lontano grazie alla fortuna di aver avuto uno slancio di coraggio: l'aver accettato di aderire ad una cura sperimentale. Non sapevamo a cosa saremmo andati incontro, ma era l’unica soluzione.
[...]
Giornalmente mi capita di avere a che fare con tante persone, ho imparato a parlare molto con i pazienti. Nella malattia so che la prima reazione è quella di chiudersi in sé stessi e quindi anche quando stanno malissimo non perdo mai lo spirito. Credo che una battuta o un sorriso siano in grado di far sentire al paziente, anche inconsapevolmente, la tua vicinanza. 
Se dovessi tornare a quindici anni fa e dovessi guardarmi allo specchio non vedrei la stessa persona che vedo oggi. 
Sono cambiata moltissimo: all’inizio di questo lavoro ero ansiosa, programmavo tutto... Avevo la presunzione di poter programmare la vita e lei un giorno, dalla sera alla mattina, è cambiata senza chiedermi il permesso.
[...]
Ogni giorno uno sguardo o una parola di condivisione mi fanno pensare che mi sto comportando come devo. Non riuscirei mai a fare una cosa che non mi piace, per me il lavoro non è questione di portare lo stipendio a casa. E’ questione di passione e di scelta. Questo lavoro mi completa. "


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