Occhi liquidi
Natale 2016, Città Sant'angelo


La sera del 26 Dicembre, di ritorno dalla seconda festa, dal secondo centro d’accoglienza dopo una settimana dal ritorno in patria, parlo di un amore diverso dall’amore romantico, ma dalle caratteristiche simili.
Un amore che ti chiude lo stomaco, che ti fa allargare la vita, che ti fa annegare gli occhi.
Un amore che ti fa sorridere. 

Ringrazio perchè nonostante tutto c’è chi ci crede.
Ed il credere nel mondo, in questo mondo, nonostante il mondo, oggi, è un atto di coraggio.
Non sto parlando di una credenza religiosa, ma di uno spirito del buono. 
Non si tratta neanche di vedere il bicchiere mezzo pieno, si tratta di sapere che nonostante il bicchiere non sia mezzo vuoto, ma quasi totalmente, vuoto, ci siano ancora delle gocce. 
E queste gocce possano essere vita, possano essere l’olio che permette al mondo di girare.

E ringrazio chi suona, e ringrazio chi balla. 
Ringrazio chi del Natale ricorda il senso, della tavola imbandita e del posto sempre in più. Ringrazio chi non aiuta per un ritorno, 
chi sorride non aspettandosi un sorriso, 
chi ama e non per essere amato.

Ringrazio chi, nonostante tutto perdona.

Quest' anno mi ha insegnato la pazienza, il coraggio, la resistenza. 
Quest' anno mi ha ri-dato la forza di credere in qualcosa.
Quest'anno sono in piedi, e non grazie a me. 
E allora da quest' anno sarò scala, sarò bastone, sarò appoggio. 
Cercherò d’essere acqua senza annegare.

Perchè c’è chi non si sente onesto nel ricevere senza dare.

Sono piccole realtà che da poco ho conosciuto da vicino, sono un aiuto concreto.
Perchè dire di partire per aiutare il prossimo, e passare due settimane in Africa può essere un’esperienza formativa. Ma può essere anche solo un’esperienza da vetrina.
Impegnarsi ed aiutare in casa propria, è impegnativo, è costante, è estenuante. 
Ma è un tassello necessario per l’integrazione. 

Chiedo scusa per un mondo che non mi somiglia, 
sorrido in questi piccoli paradisi, 
che nonostante tutto, 
sono resistenza.


Back to Top